piton regius

SCHEDA PITONE REALE




TAGLIA E DESCRIZIONE

Da adulti raggiungono circa i 120-150cm con un peso che mediamente varia tra i 1400 e i 2500 gr circa, qualche rara eccezione può raggiungere i 180cm circa o superare i 3Kg di peso. Tipicamente le femmine raggiungono taglie maggiori rispetto ai maschi. Il pitone reale in natura abita per lo più le tane dei roditori di cui si nutre, cavità di tronchi, e piccole buche dove entra a stento. Si espone di rado, quasi esclusivamente quando necessario per cacciare, è per tanto altamente probabile vederlo uscire raramente dalla tana e quasi esclusivamente nelle ore di buio. E' caratterialmente timido e schivo preferendo rintanarsi al sicuro o appallottolarsi e soffiare anziché mordere o scappare freneticamente.









TERRARIO

Un esemplare baby può vivere in un contenitore di circa 40cm x 60cm dove potrà essere ospitato durante il primo anno di vita. Esemplari sub-adulti e adulti necessitano di uno spazio di circa 80-100cm x 50-60cm. E' tendenzialmente un animale molto timido, poco attivo e risulta per lui necessario disporre di rifugi nei quali passerà la maggior parte del tempo sia durante la fase digestiva che durante il giorno. I rifugi possono essere realizzati con materiali plastici, legni non resinosi, semplici contenitori o vasi, è indispensabile fornire almeno un riparo nella zona più calda e sarebbe utile fornire almeno una seconda tana, identica a quella principale, così che possa sfruttare l'una o l'altra sentendosi al sicuro senza pregiudicare l'adeguata termoregolazione. Il contenitore/terrario deve essere ben chiuso, un esemplare abbastanza pesante potrebbe aderire al vetro ed aprirlo anche solo sbilanciandosi lateralmente per cui, in caso di vetri scorrevoli, è necessario provvedere con un sistema di chiusura adeguato (come ad esempio le classiche serrature a cilindro). Essendo un animale proveniente dall' areale centro occidentale africano (dal Ghana, all'Angola, dalla foresta umida alla savana) è necessario riprodurre un ambiente tropico-equatoriale che preveda un adeguato riscaldamento offrendo una zona calda alla temperatura di circa 31-32°C con un'escursione termica tale da mantenere l'estremità opposta a circa 25-26°C. Può essere comodo utilizzare un tappetino riscaldante posto sul fondo dalla parte più calda accoppiato ad una lampada ceramica (che non emette luce ma ha spesse volte lo svantaggio di asciugare troppo l'ambiente) e termostatare il tutto mantenendo una temperatura media fra i 28 e i 29°C garantendo l'escursione termica sopraccitata. In caso si decida di utilizzare una lampada in aggiunta al primario riscaldatore posto sul fondo, sia esso tappetino o cavetto, è necessario provvedere schermandola in modo tale che non sia raggiungibile direttamente dall'ofide per il quale potrebbe risultare pericolosa. E' indispensabile garantire un tasso d'umidità relativa compreso fra 40 e 70% ed è possibile abbassare la temperatura media di un paio di gradi durante la notte: simulando le condizioni ambientali tipiche delle zone di provenienza. Va messa a disposizione una ciotola con acqua che permetta immersione/abbeveramento oltre che risultare utile a mantenere l'adeguato tasso di umidità relativa. E’ importante dotarsi di termometro ed igrometro per poter monitorare i parametri di stabulazione poiché, pur essendo un animale abbastanza tollerante, potrebbe facilmente raffreddarsi o incontrare difficoltà durante il processo di ecdisi con conseguenze spiacevoli. E' un animale con spiccate attitudini notturno-fossorie raramente attivo di giorno, basterà l'illuminazione filtrante da una finestra giusto per regolare il fotoperiodo stagionale senza lampade accessorie predisposte a tal scopo. Potrebbe utilizzare rami ed appigli su cui arrampicarsi seppur abitualmente li fugga per rintanarsi in ripari al suolo.



SUBSTRATO

E' importante fornire un fondo che permetta all'animale la miglior condizione igienica. Trucioli di legno non resinoso, torba bionda di sfagno, aspen,fibra di cocco o il classico foglio di giornale potrebbero essere un'ottima scelta, grazie al potere assorbente. Sconsigliamo la corteccia ed in genere i fondi corpuscolari costituiti da elementi abbastanza grossi poiché, se accidentalmente ingeriti, potrebbero causare difficoltà di espulsione, costipazione e/o altri problemi e conseguenze che necessitino di intervento medico. Possono essere utilizzati anche i tappetini d'erba sintetica (che personalmente troviamo sgradevoli sia esteticamente che per praticità) o le moquette poiché capita che anche per due-tre pasti successivi l'animale non rilasci feci e/o urati limitando l'azione di pulizia a rare occasioni (anche se mangiando prede adeguate e mantenendo parametri di stabulazione ottimali è probabile che si conduca l'animale ad una regolarità settimanale o bisettimanale). Nel caso si utilizzi torba è possibile nutrire l'animale direttamente su questa senza che si possa sporcare eccessivamente (magari con l'ausilio di una pinza o poggiandola su della carta), ad ogni modo l'ingestione parziale non è fattore da considerarsi preoccupante.



ALIMENTAZIONE

Offrire prede della taglia adeguata al diametro del corpo o pari a circa il 15-30% del peso corporeo del serpente, anche un poco più grandi data la grande capacità mandibolare ed elastica (un esemplare sui 400 gr scarsi può riuscire ad ingoiare giovani ratti di 80-100gr). Un baby può essere alimentato con piccoli topini o pinky di ratto ogni 5-7 giorni, aumentando la taglia della preda in relazione a quella del pitonide. A circa 10-12 mesi di vita si potranno offrire 3 topi adulti o un rattino giovane sui 60-80 gr. Esemplari adulti potranno mangiare 1 ratto adulto/sub-adulto proporzionato al serpente, come in precedenza descritto, ogni 7-10 o 14 giorni circa (da valutare a seconda dell'animale e del suo comportamento). Spesso capita che i pitoni reali affrontino lunghi periodi di digiuno (anche 4-5 mesi o più) in cui rifiutino cibo decongelato, morto e/o vivo, in tal caso non bisogna preoccuparsi più di tanto se non vi siano una notevole perdita di peso e/o anomalie di altra natura (come per esempio infestazioni di parassiti o ché). E' da evitare la somministrazione di un pasto in periodo di muta, l'animale è probabile che rifiuti di nutrirsi ma qualora mangiasse potrebbe avere difficoltà digestive. Consigliamo di somministrare prede già morte o scongelate così da eliminare problemi dovuti ad eventuali ferite inflitte da parte della preda: anche un solo piccolo morso di un apparentemente innocuo mus musculus potrebbe causare infezioni, lacerare le carni o rovinare un occhio al serpente.



MUTA

I colori si spengono ed opacizzano, gli occhi tendono ad una colorazione grigio-blu, la pancia tendenzialmente arrossisce (ma non sempre) perdendo la brillantezza tipica. E' preferibile evitare contatti diretti con l'animale mantenendo un tasso d'umidità prossimo al 70-80% (spesse volte basta mantenere il tasso di umidità tipico se questo è prossimo al 65-70%, diversamente si può provvedere ad un incremento nebulizzando il terrario). In circa una settimana (da 7 a 10 giorni circa) l'animale varierà la colorazione e la brillantezza delle squame fino al momento in cui apparentemente recupererà la pigmentazione abituale per poi, a due o tre giorni di distanza, liberarsi della vecchia exuvia. E' importante controllare che non vi siano rimanenze in particolare l'occhiale e sulla punta della coda, se vi fossero residui attaccati al corpo basterà inumidire ulteriormente l'ambiente nebulizzando con acqua tiepida oppure lasciare 15-20minuti l'animale in un contenitore con 1 cm di acqua prossima ai 27-28°C, successivamente sarà possibile aiutarlo a mano o con del cotone inumidito.





MANEGGIAMENTO

Il corpo va sorretto in modo tale che non possa cadere lasciando all'animale totale libertà di movimento. Essendo, come precedentemente detto, animali molto timidi potrebbero spaventarsi e/o stressarsi limitandosi nel mangiare e digiunando poiché spaventati o risultando aggressivi assumendo atteggiamenti fieri e per lo più limitandosi a soffiare. Evitare di maneggiare il serpente nei due-tre giorni successivi al pasto, poiché farlo potrebbe indurlo a vomitare.



CONCLUSIONE

E' una specie che amiamo molto anche grazie alle numerose ed appariscenti mutazioni e colorazioni riprodotte da allevatori italiani e non, può però dare grandissimi problemi relativamente all'alimentazione o facendo preoccupare il proprietario posticipando di molto il rilascio di feci e urati rispetto all'attesa, per tanto è importante informarsi molto o avere altre esperienze ed avvicinarsi a quest'ofide con una preparazione adeguata a poter gestire tali sgradevoli (ma frequenti e non rare) situazioni. L'animale deve essere rilasciato con una documentazione di provenienza che segnali nascita/importazione con annessa documentazione di cessione gratuita o ricevuta fiscale poiché rientrante nell'appendice II della convenzione di Washington (CITES) ed in caso di decesso va denunciata la morte presso l'ufficio cites della forestale.